venerdì 6 febbraio 2009

IL CAREGIVING DOMESTICO

Attraverso un assessment a 360 gradi l'intervento di consulenza a domicilio mira a:
• Fare una valutazione globale della struttura familiare e delle possibili risorse da attivare
• Fare una valutazione dei fattori di rischio e di protezione del caregiver
• Fornire un passaggio di conoscenze di base sull'Alzheimer
• Analizzare i disturbi comportamentali manifestati dalla persona soggetta a demenza
• Fare una valutazione delle competenze residue

In base ai disturbi comportamentali emersi si procede con una consulenza su:
• Come relazionarsi con persona affetta da demenza (cosa fare e cosa non fare)
• Come prevenire e gestire i disturbi comportamentali
• Come "ristrutturare" lo spazio domestico rendendolo "Alzheimer's friendly", in modo da rendere l’anziano più indipendente in uno spazio pensato appositamente per lui

Al caregiver verrà poi consegnato:
Una scheda per registrare i comportamenti agiti dall'anziano durante la giornata
Una lista di attività manuali da svolgere insieme all’anziano

giovedì 5 febbraio 2009

DUE STRATEGIE DI BASE

Per affrontare i problemi comportamentali che accompagnano le demenze esistono due strategie su cui poter fare affidamento. La prima è detta delle tre “R” e risulta essere molto utile in casi in cui, la persona affetta da demenza sia in fase delirante o manifesti delle allucinazioni. Questa strategia propone:
1. Ripetere
2. Rassicurare
3. Riorientare
In altri termini, aiutare il paziente a rendersi conto dell’ambiente in cui si trova, spiegare costantemente cosa sta succedendo. E non contraddirlo, è inutile cercare di convincere un malato che nessuno lo sta derubando, meglio dirigere altrove la sua attenzione.
Altra strategia che può essere d’aiuto, come una sorta di griglia di valutazione dei comportamenti in modo da raccogliere quelle informazioni necessarie in modo da comprendere ed eventualmente prevenire quei comportamenti fortemente disturbanti. La strategia è detta “ABC”, (acronimo di Antecedent, Behavior, Consequence), ovvero Antecedenti, Comportamento, Conseguenze. Infatti alcuni sintomi di difficile gestione, come l’agitazione, possono avere cause ambientali: prestando attenzione a quando si manifestano si può scoprire ad esempio che un eccesso di stimoli (troppi familiari in visita) può essere controproducente. Quindi:
A come antecedenti e si vuole identificare tutto ciò che è accaduto prima del comportamento o quale era il contesto in cui la persona si trovava.
B come comportamento e si vuole identificare il comportamento o i comportamenti ritenuti problematici.
C come conseguenze e si vuole intendere tutto ciò che è scaturito subito il comportamento in questione.
L’obiettivo è quello di individuare la presenza di regole comportamentali o costanti che caratterizzano la sequenza interattiva tra malato e caregiver.

TRE FASI

La demenza intacca la consapevolezza dell’io e il modo in cui il malato con demenza percepisce se stesso. Distinguiamo quindi tre fasi attraverso cui il paziente malato di demenza passa: la fase dell’io minacciato, la fase dell’io smarrito e la fase dell’io sommerso

La fase dell’io minacciato si ha all’inizio della demenza, quando il soggetto comincia a rendersi conto che sta perdendo progressivamente la memoria e il controllo delle normali azioni, specie se complesse. Vive una condizione d’incertezza, insicurezza e pericolo. Sente che le proprie capacità vengono meno e viene assalito da una sensazione di paura del futuro.

La fase dell’io smarrito si caratterizza per un aumento del disorientamento spaziale e temporale. Ma anche l’immagine di sé entra in crisi, l’Io, che era minacciato diventa ora incerto. Anche il presente e il passato vengono confusi e il malato diviene incapace di apprendere nuove informazioni, spesso si perde. Il demente si rende conto di aver perso completamente il controllo della situazione. Un diretto confronto con le sue incapacità può portarlo ad improvvisi episodi di agitazione psicomotorie o di rabbia. Il demente si sente perso e si rifugia nel passato e va alla ricerca dei propri genitori. La fissazione dei genitori ha a che fare con la sensazione d’insicurezza e il bisogno di radici.

La fase dell’io sommerso e’ l’ultimo stadio di un percorso progressivo discendente delle capacità dell’anziano ed è il più pesante da affrontare in termine di presa in carico. Il paziente e’ infatti incapace di camminare e di svolgere qualsiasi attività nella vita quotidiana, e’ incontinente. Le capacità cognitive e la comunicazione sono gravemente compromesse, resta chiuso in se stesso, incapace di stabilire un contatto con gli altri. L’identità e’ completamente smarrita, il demente non e’ più in grado di riconoscere se stesso.

Nell’assistenza ci muoviamo quindi orientandoci ad un approccio di Gentle Care (cura gentile) ovvero costruire una ambiente su misura e stabilire calde modalità relazionali ed affettive con l’ammalato.

DEMENZE PRIMARIE E SECONDARIE

Nella definizione generica di “demenza”rientrano diverse malattie, alcune classificabili come demenze “primarie“:

  • la malattia di Alzheimer
  • la demenza con i corpi di Lewy
  • la demenza frontotemporale

e altre invece definite “secondarie“, in quanto conseguenza di altre condizioni, come ad esempio:

  • la demenza da AIDS
  • da meningite
  • da sifilide
DIECI SONO I SEGNI CHE MANIFESTANO LA PRESENZA DELL'ALZHEIMER
  1. Disturbi della memoria che incidono sull’attività lavorativa
  2. Difficoltà nell’esecuzione di compiti familiari
  3. Problemi di linguaggio
  4. Disorientamento spazio-temporale
  5. Decadimento delle capacità di giudizio
  6. Problemi con il ragionamento astratto
  7. Smarrire gli oggetti
  8. Cambiamenti di abitudini e comportamenti
  9. Cambiamenti della personalità
  10. Perdita di iniziativa

COS'E' LA DEMENZA?

Per demenza si intende genericamente una condizione di disfunzione cronica e progressiva delle funzioni cerebrali che porta a un declino delle facoltà cognitive della persona. Infatti la demenza non è da considerarsi una malattia, ma piuttosto una sindrome, cioè un insieme di sintomi e segni variamente associati tra loro e responsabili di quadri clinici spesso diversificati.