domenica 22 agosto 2010

"Una giornata al centro" Parte quarta















Finita la stimolazione ho scattato delle foto al laboratorio manuale che solitamente compone il corpus centrale della stimolazione cognitiva, le attività infatti mirano a far lavorare diverse dimensioni e funzione del cervello, dalla memoria, all’orientamento spaziale e temporale, all’attenzione e concentrazione, fino al linguaggio e alle funzioni ad esso correlate.
L’attività proposta quella giornata e qui riportata (fig.4) vedeva la presentazione, da parte di una operatrice, di una serie di strumenti musicali provenienti di diverse parti del mondo. Questa attività aveva come focus quello di stimolare le capacità musicali, l’ascolto, l’attenzione e la musicalità di ciascuno ma senza imbrigliarla con tracce o spartiti che spesso sono ostici anche agli addetti ai lavori. Gli utenti potevano suonare ciascuno strumento liberamente e contemporaneamente ed il risultato, come è facile immaginare, è stato un movimentato e fragoroso complesso musicale ironico e strombazzante.
Successivamente si è passato ad immortalare le restanti attività della giornata, dal pranzo ai momenti di libera socializzazione, momenti questi di completa convivialità e sottile narcisismo che poneva alcuni costantemente sotto la lente della mia fotocamera.
Tutto il materiale fotografico, circa settanta foto, è stato poi elaborato al computer e restituito al gruppo, sottoforma di un vero e proprio libro-fumetto.
Una piccola precisazione circa lo strumento utilizzato mi preme farla. La veste grafica è stata scelta appositamente in modo da sopperire ad alcuni deficit che la demenza porta con sé, infatti disturbi visivi (agnosie) e difficoltà a riconoscere i volti (prosopoagnosi) avrebbero reso inutili gli sforzi realizzativi fino ad allora fatti. Posterizzare le immagini, mantenendo i colori vividi, mi ha permesso di rendere le foto sia stilisticamente credibili, per un fumetto, che visivamente riconoscibili. Non avrebbe avuto senso, infatti, restituire un fumetto in cui gli attori protagonisti non vi si potevano riconoscere. Il bianco e nero come layout mi è sembrato da subito il meno adeguato poiché rimandava un immagine troppo spenta ed inoltre poco rappresentativa del clima cordiale e vivace vissuto in quei giorni.
Importante è stato soprattutto dare spazio ad una narrazione completamente affidate agli utenti del centro, che si sono potuti sbizzarrire scrivendo le diverse didascalie e sperimentandosi per la prima volta in questo tipo di attività creativa.
Inoltre l’attività poneva come proprio centro nevralgico della stimolazione il riorientamento spazio-temporale, spesso reso deficitario dalla demenza. Le aree temporale e parietale del cervello venivano ad essere così sollecitate e stimolate attraverso la ricostruzione di diversi momenti che compongono una giornata al centro diurno, con le relativa attività ed i luoghi e spazi dove queste vengono realizzate.
Nelle diverse fasi di realizzazione non sono, ovviamente, mancati momenti di puro divertimento, i partecipanti al fumetto sono infatti apparsi compiaciuti di essere i protagonisti di un “fotoromanzo”, più vicina come definizione ai loro gusti, e anche le richieste di apparire naturali ed impegnati nelle attività, durante gli scatti, è stata accolta e assolta con scioltezza ed ironia. L’entusiasmo dei primi giorni si è protratto fino alle ultime battute, manifestato da una costante richiesta nei miei riguardi di portare il prodotto finale a suo compimento, cosa che ha richiesto un po’ di lavoro extra.
Alla fine il prodotto è stato accolto con soddisfazione ed entusiasmo ed ognuno ha avuto la propria copia del fumetto.
Questo progetto pilota ha quindi corrisposto in pieno alle aspettative che avevo circa la propria fattibilità e l’interesse che poteva suscitare nei pazienti e ritengo quindi che possa essere inserito, senza difficoltà, nelle prassi di un centro diurno per malati di Alzheimer.

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